Giorno della Memoria
'Ricordare è dovere di civiltà'
Il 27 gennaio di ogni anno si celebra in tutto il mondo il Giorno della Memoria: viene ricordato il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz svelando al mondo l'orrore del campo di concentramento, uno dei luoghi del genocidio nazista, liberandone i pochi superstiti.
Non c'è modo più efficace che ricordare quell'orrore, e farlo conoscere alle nuove generazioni, con il racconto di chi l'ha vissuto, come Liliana Segre: "Non ho mai perdonato, come non ho dimenticato". Una testimonianza forte che dovrebbe scuotere le coscienze.
"Ci accostiamo al tema della memoria con commozione e turbamento, con dubbi e interrogativi irrisolti" perchè l'olocausto rappresenta un paradosso, "uomini contro l'umanità". "Ricordare esprime un dovere di civiltà". Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nel "Giorno della Memoria". "La costituzione ha cancellato le ignominie della dittatura ma non intende dimenticarle: per questo la memoria è un fondamento della Costituzione, contro l'arbitrio e la sopraffazione. E' un sentimento civile energico e impegnativo", ha affermato Mattarella. Auschwitz rappresenta "un tragico paradosso: si tratta della costruzione più disumana mai concepita dall'uomo, uomini contro l'umanità: una spaventosa fabbrica di morte".
La speranza nelle nuove generazioni
I sopravvissuti continuano assiduamente a cercare di raggiungere il più possibile le nuove generazioni, affinché non venga mai abbandonato nell’indifferenza il periodo più nero della nostra storia e perché «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». - Primo Levi.